Prosegue il viaggio nei principali contenuti della manovra 2017. Non ci sono solo detrazioni Irpef per il recupero del patrimonio edilizio o per l’acquisto di mobili e grandi elettrodomestici. Sul piatto c’è molto di più.
Bonus mobili e grandi elettrodomestici
Oltre alla detrazione Irpef per gli interventi di recupero del patrimonio edilizio, è stata prorogata anche la detrazione Irpef per l’acquisto di mobili e/o di grandi elettrodomestici che rientrano nella categoria A+ (A per i forni), finalizzati all’arredo dell’immobile oggetto di interventi di recupero del patrimonio edilizio, per il quale si fruisce della detrazione del 50% su una spesa massima di 10.000 euro, riconosciuta agli interventi di recupero del patrimonio edilizio iniziati a decorrere dal 1° gennaio 2016 e alle spese sostenute nel 2017. Come in passato la detrazione è fruibile in 10 quote costanti, e l’ammontare della spesa detraibile (massimo 10.000 euro) è computata indipendentemente dall’importo delle spese sostenute per i lavori di recupero del patrimonio edilizio.
La riduzione del Canone Rai
È confermata, per il 2017, la riduzione del Canone Rai per uso privato 90 euro. Questo, precedentemente, era fissato a 100 euro.
Gli incentivi ai lavoratori rimpatriati
Con la modifica dell’art. 16 del D. Lgs. n. 147/2015, viene confermata anche per il reddito di lavoro autonomo, l’agevolazione per la quale il reddito prodotto in Italia da lavoratori che ivi trasferiscono la loro residenza, concorre alla formazione del reddito complessivo limitatamente al 50%; qualora però ricorrano determinate condizioni. In precedenza detto limite era il 70%. Il nuovo limite del 50% è applicabile a decorrere dal 2017, mentre dal 2017 al 2020, si riconosce anche ai lavoratori dipendenti che nel 2016 hanno trasferito la loro residenza in Italia, ai sensi dell’art. 2 del D.P.R. n. 917/1986, ed ai soggetti che, nel 2016, hanno esercitato l’opzione prevista per i lavoratori rimpatriati (comma 4 del citato art. 16). Per poterne usufruire, le condizioni richieste per i lavoratori autonomi, sono le seguenti:
• il soggetto, che non è stato residente in Italia nei 5 anni precedenti, si impegna ora a permanervi per almeno 2 anni;
• l’attività lavorativa è prestata, prevalentemente, nel territorio italiano.
La suddetta agevolazione è applicabile anche ai cittadini di Stati extra Ue “con i quali sia in vigore una convezione per evitare le doppie imposizioni… ovvero un accordo sullo scambio di informazioni… in possesso di un diploma di laurea che hanno svolto continuativamente un’attività di lavoro dipendente, di lavoro autonomo o di impresa fuori dall’Italia negli ultimi ventiquattro mesi ovvero che hanno svolto continuativamente un’attività di studio fuori dall’Italia negli ultimi ventiquattro mesi o più, conseguendo un diploma di laurea o una specializzazione post lauream”. Quest’ultima disposizione è applicabile a decorrere dal 2017.
(A cura di Alessandra De Feo per 50&Più, nr. 3 – Marzo 2017, pag. 89 – Tutti i diritti riservati)