Il caso Spesometro si allarga. Dopo il black-out uso del sistema telematico per l’invio dei dati delle fatture emesse e ricevute, l’Agenzia delle Entrate ha deciso di spostare di una settimana il termine inizialmente fissato al 28 settembre. Ed ora il governo sta valutando un possibile intervento, non escludendo un’ulteriore proroga dei termini per la presentazione dei documenti fiscali.
Dopo il blocco totale dei giorni scorsi, la pagina del sito dell’Agenzia delle entrate dedicata al servizio “Fatture e Corrispettivi” è stata parzialmente ripristinata. Alcune funzioni specifiche, come la visualizzazione delle notifiche di esito delle sole fatture elettroniche, delle comunicazioni trimestrali Iva e quelle relative ai corrispettivi e la precompilazione dei dati all’interno della funzionalità di generazione dati fattura, rimangono però ancora non operative. Per ora lo slittamento dei termini per la presentazione degli adempimenti fiscali rimane al 5 ottobre, con una moratoria di altri 15 giorni rispetto alla scadenza originaria del 28 settembre “in caso di errori formali o effettive difficoltà”.
Dal punto di vista amministrativo l’Agenzia poteva infatti intervenire solo in questo modo. La palla passa dunque al governo che, di fronte ad un fatto giudicato oggettivamente “grave”, valuterà come intervenire. Entro oggi, il Mef dovrebbe fare il punto con l’Agenzia delle Entrate e Sogei, cercando di capire cosa sia successo e quanti utenti siano stati effettivamente coinvolti.
Quella appena verificatisi potrebbe essere l’occasione per rivalutare il sistema nel suo insieme, senza tuttavia tradire l’obiettivo dell’evoluzione verso la digitalizzazione del fisco. I diretti interessanti intanto fanno sapere che la proroga appena concessa non è sufficiente e potrebbe anzi contribuire a creare anche maggiore confusione e disagio.
«Pur apprezzando l’importante presa di posizione dell’Agenzia», fa sapere Rete Imprese Italia, «riteniamo insufficiente l’intervento e chiediamo uno slittamento fino al 18 ottobre, con una proroga di almeno 20 giorni dalla scadenza del 28 settembre, in considerazione delle difficoltà incontrate dalle imprese e dagli operatori sia nella gestione dei nuovi flussi che degli scarti di forniture».
«Non si può, infatti, ignorare che si tratta del primo invio di una così imponente mole di dati richiesti alle imprese, spesso con chiarimenti insufficienti o giunti all’ultimo momento e con modalità di trasmissione che appaiono non adeguate a supportare un tale flusso di informazioni», afferma Rete Imprese. «E’, dunque, necessaria una revisione complessiva del sistema di trasmissione dei dati. A questo punto e’ indispensabile un intervento del Governo e del Parlamento per garantire un’adeguata proroga e per prevedere, con norma, la non punibilità degli errori commessi per i primi invii di dati fatture e liquidazioni Iva, cosi’ come per far ritornare a cadenza annuale l’adempimento», conclude Rete Imprese.