Il contributo a sostegno della ristorazione collettiva è stato introdotto dal Decreto Sostegni bis (Dl n.73/2021, art 43 bis) ed è rivolto alle imprese che svolgono servizi di ristorazione di comunità, come ad esempio le mense (codice Ateco 56.29.10) o catering continuativi su base contrattuale (codice Ateco 56.29.20), che hanno subito una riduzione del fatturato non inferiore al 15%. I fondi stanziati dal governo sono di 100 milioni di euro. La misura fa parte del Quadro temporaneo per le misure di aiuto di Stato a sostegno dell’economia per contrastare gli effetti dell’emergenza sanitaria. È quindi subordinata alle decisioni della Commissione europea.
L’incentivo consiste in un contributo a fondo perduto di 10mila euro. Le eventuali risorse finanziarie rimanenti saranno ripartite tra tutte le imprese che hanno fatto domanda. Il modello dovrà essere trasmesso a partire dal 6 fino al 20 giugno scorso sulla piattaforma dell’Agenzia delle Entrate.
Indice
Che cos’è
L’agevolazione per la ristorazione collettiva, previsto dall’articolo 43-bis del decreto legge n. 73 del 25 maggio scorso e convertito con alcune modifiche dalla legge n. 106 del 23 luglio 2021 (cd Decreto Sostegni bis), è stato introdotto dal governo per mitigare gli effetti della crisi economica dovuta alla pandemia, che ha colpito duramente le imprese della ristorazione collettiva. La misura fa parte del Quadro temporaneo degli aiuti Covid-19 ed è quindi subordinata all’autorizzazione della Commissione europea.
Le risorse saranno ripartite tra le imprese richiedenti con le seguenti modalità:
- contributo a fondo perduto di 10mila euro per ciascun richiedente;
- i fondi residuali saranno ripartiti tra le imprese che hanno fatto domanda, in base al rapporto tra il numero di dipendenti e la somma totale di tutti i lavoratori delle aziende che hanno richiesto il fondo.
Il contributo sarà erogato dall’Agenzia delle Entrate e si potrà presentare domanda a partire dal 6 fino al 20 giugno 2022, esclusivamente in modalità telematica.
A chi è rivolto
L’incentivo può essere richiesto dalle imprese che operano nel settore della ristorazione collettiva che nel 2020 hanno subito perdite di fatturato non inferiori al 15% rispetto al periodo pre-pandemia. Per quanto riguarda le aziende nate invece nel 2019 (sempre con perdite non inferiori al 15%), partendo dalla data di iscrizione al Registro delle imprese, verrà preso in considerazione il fatturato registrato in quella finestra temporale e quello dello stesso periodo del 2020.
Per imprese della ristorazione collettiva si intendono quelle che svolgono servizi di ristorazione di comunità definiti da un contratto con un committente, che può essere sia pubblico che privato. I codici Ateco di riferimento sono i seguenti:
- Mense, 56.29.10;
- Catering continuativo su base contrattuale, 56.29.20.
Le imprese dovranno anche presentare il totale dei ricavi nell’anno 2019 che per almeno il 50% derivino dai contratti di ristorazione collettiva già citati.
Come funziona
A partire dal 6 fino al 20 giugno 2022, sarà possibile presentare la domanda sul sito dell’Agenzia delle Entrate. Potrà essere effettuata anche da un intermediario delegato alla consultazione del cassetto fiscale o tramite il servizio di consultazione e acquisizione delle fatture elettroniche sul portale “Fatture e corrispettivi”. In caso di domande con dati errati sarà possibile sostituire l’istanza con una nuova domanda entro il termine del 20 giugno prossimo.
L’istanza deve contenere:
- l’indicazione che certifica il possesso dei requisiti richiesti e l’assenza di cause di esclusione o ostative;
- il numero dei lavoratori dipendenti dal 31 dicembre 2019;
- il numero del conto corrente dove verrà poi accreditato l’incentivo.
Le imprese che avranno eventualmente diritto ad un importo superiore a 150mila euro dovranno presentare la dichiarazione sostitutiva di atto di notorietà di regolarità antimafia via Pec all’indirizzo co.Cagliari@pce.agenziaentrate.it entro il 15 luglio prossimo.