Emilia Romagna in zona arancione per due settimane: scelta incomprensibile, ingiusta e con un effetto devastante innanzitutto per bar e ristoranti, ma anche per il commercio
Così Tommaso Leone, presidente provinciale di Confcommercio Modena.
«Il declassamento è contestabile – puntualizza Leone – innanzitutto nel merito perché, dati alla mano, dal 1° febbraio, giorno in cui la nostra Regione è stata posta in fascia gialla, non è rilevabile alcun peggioramento del quadro».
«Ebbene – sottolinea Leone – il 1° febbraio i dati ufficiali davano 207 posti in terapia intensiva su 757 (pari al 27%), 2181 posti occupati in reparti covid su 6126 (pari al 36%); al 18 febbraio i dati sono evoluti nel modo seguente: 181 posti in terapia intensiva su 757 (pari al 24%), 1890 posti occupati in reparti covid su 6126 (pari al 31%). Dopo quasi tre settimane di riapertura dei pubblici esercizi sono quindi sensibilmente calati sia i posti occupati in terapia intensiva sia quelli in reparti COVID: il ministro ci può spiegare dunque perché siamo tornati in zona arancione e si è deciso di colpire chi come i pubblici esercizi non ha alcuna responsabilità?».
«Rimaniamo poi stupiti dai tempi del provvedimento – afferma il presidente di Confcommercio Modena – perché far decorrere la zona arancione da domenica, significa mandare un fumo migliaia di prenotazioni e di approvvigionamenti dei nostri ristoranti».
«La chiusura dei pubblici esercizi avrà poi un effetto negativo anche per il commercio – precisa Leone – a cui mancherà l’indotto della frequentazione dei locali: insomma un altro duro colpo per le nostre imprese, che dal principio della pandemia hanno fatto di tutto per tutelare la salute dei clienti e anche per questo meritano maggiore rispetto».
«Tutto ciò – conclude Leone – cade peraltro in un momento drammatico per il terziario: il 2020 si è chiuso infatti con 800 milioni di consumi persi sul 2019 per il commercio, 750 per la ristorazione e nel 2021 sono a rischio 2.500 imprese e oltre 4.500 addetti. Serve un cambio di registro, sono urgenti ristori veri ed è fondamentale far ricominciare a lavorare le nostre imprese».