IL PANEL DI IMPRESE
L’indagine ha coinvolto un campione di oltre 200 imprese del terziario: bar e ristoranti (32%), alberghi, affittacamere, residence, bed & breakfast (21%), attività di commercio su suolo pubblico (14%), esercizi di commercio alimentare (10%), agenti e rappresentanti di commercio (8%) i principali ambiti coinvolti.
IL FATTURATO NEI MESI DI MARZO, APRILE E MAGGIO
Alle imprese coinvolte è stato chiesto come sia variato il fatturato dei mesi di marzo, aprile e maggio nel confronto con i medesimi mesi del 2019: per il 68% si è azzerato o quasi, il 16% accusa una flessione fino al 70%, il 6% fino al 50%, il restante 10% fino al 30%.
IL FATTURATO DALLA FINE DE LOCK DOWN
Dal 18 maggio, giorno di riapertura ufficiale per le attività, solo il 6% degli intervistati dichiara di aver incassato l’equivalente dello stesso periodo dello scorso anno. Per circa un terzo del campione (31%) la perdita di ricavi è stata compresa tra il 30 e il 50%, per il 25% è stata del 70% e per il 38% la diminuzione di fatturato rispetto al 2019 è stata tra il 90 e il 100%.
ACCONTO IMU DEL 16 GIUGNO
L’acconto IMU, cancellato per il settore ricettivo dal Decreto Rilancio, rischia di essere per gli imprenditori che esercitano l’attività in un immobile di proprietà (67% del campione), un colpo durissimo al già compromesso quadro economico-finanziario aziendale: quasi il 30% delle imprese intervistate dovrà pagare somme superiori a 3mila euro con un conto finale che arriverà, per il 10%, a superare i 10mila euro; il 20% pagherà una cifra tra 500 e 3000 euro, mentre per meno del 20% l’importo da sborsare sarà inferiore a 500 euro.
COME VERRA’ PAGATO L’ACCONTO
Il 44% degli imprenditori farà fronte alla scadenza con risparmi e affidamenti bancari, l’8% ricorrerà ad un (nuovo) prestito bancario e il 15% non pagherà per poi, una volta arrivato l’avviso di accertamento, chiedere la rateizzazione dell’importo dovuto.
PROSPETTIVE PER LE PROSSIME SETTIMANE
Nonostante le difficoltà, prevale tra gli imprenditori l’ottimismo sul futuro: il 44% dei 200 intervistati pensa che la situazione economica del Paese e del nostro territorio migliorerà, seppur lievemente; per il 38% rimarrà invariata, mentre solo per il 9% peggiorerà.
«La fotografia che ci consegna la nostra indagine – puntualizza Tommaso Leone, presidente provinciale di Confcommercio – è un ulteriore campanello d’allarme sullo stato di salute delle nostre imprese, che fa il paio con il clima di fiducia delle famiglie, giunto al valore più basso da dicembre 2013: per invertire la rotta ed evitare la perdita di aziende del commercio, del turismo e della ristorazione con il conseguente impatto negativo sull’occupazione, servono iniezioni più rapide e robuste di liquidità e indennizzi per le imprese e ci aspettiamo che la scadenza IMU sia spostata, mettendo in condizione le imprese di rateizzare senza aggravio di costi e interessi l’acconto».