Vendite stabili accompagnate da una leggera diminuzione della spesa media, che si è concentrata su maglie, capispalla, stivaletti e sneakers e borse. Questo, in estrema sintesi, il quadro che emerge da una indagine condotta, a pochi giorni dalla chiusura dei saldi, dal Centro studi Iscom Group in collaborazione con Federmoda-Confcommercio, su un panel di esercizi commerciali della nostra provincia, composto in prevalenza da punti vendita di beni per la persona, in particolare abbigliamento e calzature.
«L’indagine – dichiara Andrea Abbruzzese, presidente provinciale di Federmoda-Confcommercio – ha permesso di rilevare una sostanziale stabilità, accompagnata però da una leggera diminuzione dello scontrino medio, in ogni caso inferiore rispetto a quanto registrato nel resto d’Italia».
Il valore della spesa media pro-capite registra infatti un decremento nel triennio 2015-2017: nel 2015 era di 93 euro, nel 2016 risulta pari a 92,5 euro e nel 2017 è di 90 euro. Per l’abbigliamento il valore è stabile, intorno ai 92 euro, mentre per le calzature è diminuito, scendendo a 77 euro.
Se si considera che il nucleo medio familiare in provincia di Modena è composto da 2,34 componenti (Fonte: ISTAT dati al 31/12/2015) la spesa per famiglia modenese è stata di circa 210 euro.
Le principali cause di questa contrazione individuate dal campione intervistato sono da imputare alla riduzione della disponibilità per la spesa delle famiglie (51%) e alla concorrenza di altre formule commerciali (31%), a partire dalle vendite on line.
L’indagine ha poi messo in luce come nell’abbigliamento i clienti si siano orientati sull’acquisto di maglieria e capispalla, complice il freddo di gennaio, e di intimo, accessori e pantaloni. I prodotti maggiormente ricercati tra le calzature sono stati: stivaletti, sneakers, e tra gli altri modelli, le francesine, i tronchetti e i decollete. Come accessori, le scelte dei consumatori sono cadute, in particolare, borse e le sciarpe.
Vale la pena ricordare che i saldi invernali 2017 sono stati caratterizzati dall’introduzione del divieto alle vendite promozionali nei 30 giorni antecedenti: circa il 70% degli operatori intervistati si è dichiarato favorevole, anche se non sono stati pochi i casi di “trasgressione” della nuova regola. «Sicuramente positiva l’introduzione del divieto alle vendite promozionali nel mese di dicembre, mese in cui fra l’altro si è comunque registrato un buon movimento nei negozi», afferma Abbruzzese, «la prima settimana di saldi ha registrato una buona affluenza, a cui però è seguito un calo nonostante il progressivo aumento della percentuale degli sconti».