Le prospettive di limitazione dell’utilizzo dei voucher da parte delle imprese, annunciate da diversi pezzi del quadro politico e in parte confluite nel documento elaborato dalla Commissione Lavoro alla Camera, preoccupano fortemente la Fipe-Confcommercio, che esprime contrarietà circa gli interventi correttivi prospettati in materia.
«I voucher hanno contributo a far emergere il lavoro nero – dichiara Lino Enrico Stoppani, presidente nazionale Fipe. Uno strumento vitale, oltretutto necessario, per un settore, quello dei bar, ristoranti, stabilimenti balneari e in generale per tutto il settore del fuoricasa, che Fipe rappresenta, caratterizzato da stagionalità e picchi di lavoro imprevedibili. La formula del lavoro accessorio ha favorito l’ingresso nel marcato del lavoro di soggetti a rischio di esclusione sociale, come studenti e pensionati».
Stoppani conclude: «Chi invoca l’eliminazione dei voucher considerandoli un sostituto dei contratti più stabili sostiene una tesi puramente ideologica che viene contraddetta dai fatti: il bilancio degli ultimi sette anni di crisi economica dimostra che le imprese del settore hanno non solo mantenuto l’occupazione ma sono riuscite ad incrementarla utilizzando contratti considerati più stabili (dati Inps)».
Sulla stessa lunghezza d’onda Rete Imprese Italia, secondo cui «non è corretto intervenire sui voucher prima di aver verificato la tracciabilità del loro utilizzo e come se la loro crescita fosse di per sé un abuso, nonostante l’analisi dei dati dimostri l’occasionalità della quasi totalità delle casistiche. Con i voucher, oltre a far emergere occasioni di lavoro, si offrono opportunità di guadagno legale, regolamentato e tracciato, mentre il risultato della loro limitazione non sarebbero nuovi rapporti di lavoro, bensì la dispersione di potenziali occasioni di occupazione»